Cultura come attività intellettuale
La cultura può riferirsi anche al complesso di conoscenze intellettuali posseduto da un singolo individuo, e in questo caso si contrappone al termine ignoranza. Una persona può essere acculturata (ossia definita colta) o ignorante, cioè appunto “priva di cultura” – sebbene ciò sia sempre opinabile. Qui la parola cultura viene usata per fini valutativi dal punto di vista intellettuale, per cui fa riferimento a nozioni qualificate e non manuali.
Questa accezione potrebbe tuttavia risultare ambigua, in quanto col termine cultura è possibile non indicare un giudizio di valore e quindi non creare una contrapposizione al termine ignoranza, ma più semplicemente può riferirsi a un concetto che descrive l’insieme delle cognizioni e delle credenze mentali e sociali di una singola persona.
Cultura antropologica
Spogliata dei criteri valutativi, la cultura individuale e collettiva si rifà a una concezione antropologica del termine, secondo la quale essa racchiude tutti i fenomeni mentali e sociali tipici degli esseri umani, i quali si contrappongono al regno animale, privo di una propria cultura.
Il sapere di un individuo e di una comunità si rifà al concetto latino di humanitas e a quello greco di “paidéia”: per gli antichi romani, l’humanitas indicava la predisposizione umana alla fiducia nelle proprie capacità e alla sensibilità verso gli altri, pertanto era un termine inclusivo che non creava eccezioni sociali, sessuali o etniche; per gli antichi greci, paidéia era un modello educativo fisico e psichico che prevedeva la cura del corpo (attività fisiche rivolte al rafforzamento della muscolatura, eccetera) e l’interiorizzazione dei valori universali facenti parte dell’ethos del popolo, in un processo che doveva condurre l’abitante della polis a socializzare con i suoi concittadini.