Cultura, bellezza e società sono aspetti della vita umana strettamente connessi tra loro: è certamente la prima che plasma la seconda, la quale diventa poi un riferimento per tutti sino a cristallizzarsi sotto forma di tradizione.
Nel caso della bellezza estetica femminile, oggi stiamo assistendo a una sempre maggiore libertà mentale e di costumi, frutto di decenni di emancipazione che finalmente stanno dando i loro frutti. Non a caso le migliori protesi al seno ergonomiche sono di grandissima attualità, e parlare di valorizzare il proprio aspetto fisico in modo naturale e sensuale non è più un tabù.
La bellezza femminile di ieri e di oggi
Se ci rifacciamo ai modelli attuali, almeno quelli dell’Occidente, siamo più o meno tutti consapevoli dei canoni di bellezza femminile, e il ricorso alle protesi seno ergonomiche rientra in una ricerca di un’ideale che cambia spesso. Ma se andiamo indietro nel tempo, ecco che le cose cambiano rapidamente. Dove non c’era la TV e i mass media a influenzare l’opinione pubblica, erano invece presenti parametri più strettamente legati alla fertilità e alla gravidanza. E infatti anticamente una donna bella era abbondante e prosperosa, proprio come una madre terra che poteva generare e allevare i propri figli.
Oggi sarebbe strano proporre un modello simile: la femminilità odierna è slanciata, con fianchi stretti e fisico allenato, in linea con le tendenze di un mondo femminile che non è più costretto a vivere in casa assumendo solo il ruolo di madre.
La Venere paleolitica e quella greca
Al giorno d’oggi, per sentirsi ancora più belle e adattarsi agli ideali contemporanei, le donne possono ricorrere alla chirurgia estetica, sempre più in grado di fornire strumenti di ultima generazione come le protesi seno ergonomiche. Quando ciò non era possibile, gli esempi più lampanti a cui ispirarsi erano prevalentemente due.
Il primo è quello della Venere paleolitica, una statuina che mostra bene l’idea che gli antichi avevano della donna e del suo ruolo nella società; essa ci racconta anche delle tante difficoltà legate alla nutrizione in un contesto storico dove trovare fonti di cibo stabili risultava molto difficile.
La seconda è quella della Venere greca, dipinta da Botticelli nel suo quadro e resa celebre in tutto il mondo; essa invece mostra una silhouette più snella e delicata, molto più simile alle donne di oggi.
Sono i due estremi dell’estetica femminile verso i quali periodicamente la nostra storia culturale sembra tendere: essi ci spiegano bene come nulla sia definitivo, fisso e immutabile, ma tutto cambia. La lezione è ancora più importante se consideriamo l’ultimo secolo e mezzo, cento e più anni di lotte durante le quali le donne hanno mostrato a più riprese il loro coraggio per conquistare e mantenere il proprio posto nella società.