L’Illuminismo ha travolto il mondo occidentale sia a livello politico che sociale, creando un netto contrasto con il passato. Idee accettate per secoli come dogmi, improvvisamente vengono messe in discussione da filosofi e letterati che fanno della razionalità e dei principi scientifici il loro mantra.
Ne risulta un mutamento ideologico che non può che interessare anche il concetto di cultura, in quanto lo strumento educativo diventa ora la ragione: ogni individuo possiede raziocinio e pertanto la cultura è un patrimonio universale non esclusivo degli intellettuali, ma intrinseco alla stessa natura umana.
Alla fine del XVIII secolo è da segnalare anche un cambiamento del significato di cultura in Europa: mentre in Francia gli illuministi monopolizzano il pensiero, e la società viene travolta dai tumulti della Rivoluzione, in Germania il grande cambiamento culturale in atto sta mettendo le basi per quello che verrà di lì a poco, ossia quel movimento intellettuale che prenderà il nome di Romanticismo.
È allora proprio in questi anni turbolenti che la parola cultura inizia a mutare significato e ad acquisire un senso oggettivo più che soggettivo, passando dall’indicare situazioni proprie dell’individuo a caratteristiche appartenenti al contesto storico-sociale.